Storia

L’indirizzo è sempre in via per Figino, i banconi da falegname ancora al loro posto nella bottega ristrutturata anche se, causa il pensionamento degli addetti, ha assunto un diverso volto consolidando l’emblema di luogo d’incontro dove si discute, fra vecchie e nuove amicizie, dei più svariati argomenti, in primis calcio e ciclismo: quante reti ha segnato in nazionale Gigi Riva; i ciclisti professionisti campioni del mondo ancora viventi; l’anno di inizio della trasmissione 90° minuto; Tonino Carino il telecronista da Ascoli Piceno e Giorgio Bubba da Genova; un capriccio, se visto nella logica del calcio dove il tocco di classe dovrebbe regnare sovrano, nel notare calciatori ruvidi tipo Gattuso e Materazzi campioni del mondo mentre non lo sono stati fantasisti come Mazzola e Rivera; e via su questa falsariga.

Intorno a quei banchi, dove una volta si piallava, si carteggiava e si assemblavano mobili, ora ci si adopera (esercizio voluto e quindi poco faticoso) di conservare inalterate le emozioni di un tempo, riattivando la memoria nel ricordare momenti allegri e purtroppo anche tristi che la vita ha riservato.
Per qualcuno non esiste posto sicuro e migliore da adibire a “casellario disordinato” che i cassetti di quei banconi. Infatti, nel loro interno, oltre ai ferri, ormai in disuso, del mestiere, trovano ricettacolo carte sbiadite, ritagli di giornali, fotografie ingiallite causa il degrado naturale, funzionali comunque a mantenere lucida la mente delle persone. Un’annuale doverosa e risoluta rispolverata ha fatto riemergere (penso consapevolmente) fra le tante, la foto scattata da chi scrive queste righe, sul campetto di calcio a Grandate: è l’ormai famosa posa, sia in altre occasioni sottolineato della prima squadra del G.S. Montesolaro.
Il possessore CAS (per i pochi che ancora non lo sanno è acronimo di Colombo Antonio Sacrista) ha un sobbalzo (anche qui desiderato) vedendo sul retro la scritta quasi illeggibile 19 Dicembre 1971. Dopo anni di frequentazione, guardandolo in viso, capisco le sue intenzioni ed infatti non passano che pochi secondi per proferire l’istanza, da tempo celata nella sua mente, “bisogna scriv un olter liber, ul 50° le trop impurtant” e mi guarda al fine di ricevere una risposta affermativa.
Ribatto, nel provare a eludere il proposito, dicendo che quel cassetto ha fin qui egregiamente svolto la funzione di filiale distaccata” del G.S. ma ora è il momento di provvedere ad un’adeguata sistemazione del materiale da custodire in sede ufficiale, predisponendo un archivio con schedari per una pratica consultazione, poi si penserà alla sua richiesta.

Il suggerimento è stato recepito e mani volonterose hanno iniziato a catalogare i documenti, collocandoli in raccoglitori seguendo la logica della cronologia, ordinandoli in uno spazio all’interno della palestra, valutando di esporli alla visione delle persone

in particolari ricorrenze. Durante tale attività, facendo passare immagini datate, fogli che sembrano geroglifici indecifrabili. non cambia il Cas-pensiero e come una giaculatoria ripete “bisogna scriv un olter liber, ul 50° l’è trop impurtant”.
Una nota pubblicità diceva che una telefonata allunga la vita: la suoneria del cellulare mi è stata spesse volte la salvezza per lasciare cadere nel vuoto l’istanza. Passano settimane, mesi, e ogni nostro incontro termina immancabilmente con la solita petizione, accentuata dall’aggiunta”te cumincià a scriv, ul temp el pasa” e io pronto a trovare qualche alibi per indirizzare la discussione su altri argomenti. Intanto l’avvicinarsi del 2021 pungola anche l’attenzione dei vecchi e nuovi consiglieri e matura l’esigenza di ricordare la scadenza con adeguate iniziative degne del Gruppo Sportivo, ma il pallino del CAS rimane sempre incentrato fortemente sull’opuscolo perchè “ai giuvin de adess bisogna dic cumè l’è nasuu ul G.S. cus’è che la fa’ in questi 50 ann in uratori”. Ogni tanto anche il telefonino si mette in sciopero e decide di non collaborare: allora faccio presente ad Antonio la mia riluttanza. Già in passato sono stati pubblicati 2 fascicoli (anzi 3 se si considera quello del 1984 stampato in occasione del 40° anniversario del CSI, Centro Sportivo Italiano) sulla storia del G.S. Pensare di redigerne un altro si corre il rischio di andare incontro ad opera di duplicazione e di ripetere fatti e gesta già conosciuti.

Da qui la mia esitazione e il suggerimento di proporre ad altri l’incombenza dello scrivere. “Ma la gent e i giuvin se regorden no quel che ghe scrivu su quei liber, suguita no a cercà scus e serio. L’ostinata, beninteso non cattiva, perseveranza ha fatto centro e queste pagine significano intraprendere l’ennesimo cammino in compagnia di alcune, non tutte, tracce del passato, ormai difficili da mantenere attive e, forse anche per questo, non descritte in una severa e rigida cadenza cronologica, fattore che spero non complichi la lettura d’insieme. Mi sono state d’aiuto le parole lasciateci da Antonio Spallino, ex sindaco di Como, medaglia d’oro nel fioretto maschile alle olimpiadi di Melbourne nel 1956, nel corso della sua presenza alla Festa dello Sport del Giugno 1988. Con insistenza sottolineò fra l’altro come “un gruppo che non coltivi la propria memoria, non è capace di pensare al proprio futuro”. Buona lettura e lunga vita al G.S. Montesolaro.

FRANCESCO MOLTENI – Ex Consigliere

Antonio. Don Pierangelo la di de pasà una sira dopo i quarantur, insema a fioeu, per parlà del balun". Queste furono le parole che la zia Lisa mi disse dopo alcuni giorni a seguito della mia richiesta fatta al parroco. "Ragazzi mi ha chiamato Monsignor Maggioni e mi ha detto di dare pure spazio in oratorio ad una squadra di calcio; l'Andreino e il Mario mi sembrano d'accordo. mi raccomando fate le cose sul serio, comportatevi bene tenendo alto il nome del nostro oratorio". A distanza di anni, se la memoria non mi abbandona, questa è la sintesi delle parole detteci dal parroco. Insieme a Luigi, Francesco e Paolo ci siamo dati ancora dei giorni di ulteriore riflessione, poi con la mia 600, una sera dei primi di ottobre, siamo andati a Como ad iscrivere la squadra al CSI. A dir la verità un semplice foglio con timbro e numero di telefono della parrocchia l'avevamo già preparato: il resto lo fece l'entusiasmo di quei ragazzi, ansiosi di confrontarsi con squadre in un campionato a tutti gli effetti, con partite da giocare a livello provinciale dirette da arbitri CSI. L'obiettivo era quello di stare in compagnia in oratorio, cercare di essere puntuali agli allenamenti, fare più punti in classifica per non arrivare nelle ultime posizioni. Gli appassionati di Montesolaro affluivano numerosi ai bordi del campo a 7, i giocatori sentivano l'apporto dei tifosi e proponevano un buon calcio e così si vinse quel primo torneo. Intanto cresceva l'euforia dei ragazzi più giovani e, sempre d'accordo con don Pierangelo, si prepararono altre squadre: lontano era il pensiero di arrivare all'odierno traguardo. Meta raggiunta con l'impegno di molti, ma questo arrivo deve essere anche il punto di partenza per altri anni. Riprendo le parole scritte da Don Pierangelo sull'opuscolo che ricordava il nostro 20° nel 1991: "è sempre con una con certa e giusta soddisfazione che si pensa al passato quando continua nel presente e si ha la volontà di continuare". L'attuale momento, indipendentemente dalla violenta pandemia implica un'approfondita analisi sul futuro del Gruppo Sportivo perché molte sono le vecchie e nuove difficoltà da affrontare non ultimo, penso, trovare forze fresche da affiancare a coloro ormai avanti negli anni. Il mio personale auspicio al Gruppo Sportivo è quello di poter ricordare tanti prossimi anniversari, quando altri faranno gli auguri.